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1) Dizion. 5° Ed. .
GIACCHÈ, che si scrisse anche disgiuntamente GIÀ CHE.
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Dizion. 4 ° Ed.
GIACCHÈ, che si scrisse anche disgiuntamente GIÀ CHE.
Definiz: Cong. denotante cagione o ragione. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 356: Prese del bosco una mazza quasi secca, giacchè era tagliata della selva per ardere, e ficcolla in terra.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 20: Dove diceva.... Che, giacchè questo mal par che cagioni Stemperamento forte, umor piccante; Per temperarlo, recipe ec.
Esempio: Segner. Paneg. 2, 734: Vi discaccerò morti ancora dal mio cospetto, giacché non lo avete apprezzato.
Esempio: Red. Cons. 2, 40: Questa è la moda di Francia, giacchè in quel paese lavano le fragole col latte.
Esempio: E Red. Cons. 128: Non è il caso per darle le notizie che ella desidera, giacchè sono pochi mesi che serve il sig. marchese.
Esempio: Fag. Comm. 6, 319: Signora figliuola, giacchè la voglia di farvi monaca è stata una credulità della mia dabbenaggine, date la mano al signor Silvio.
Esempio: Lambr. Dial. Istr. 12: Giacchè (non t'offendere del sospetto) sebbene tu esponga in quel luogo le massime invalse, come quelle che ti appariscono le più savie e da dover essere praticate, ciò nondimeno il vedere ec.